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Visitazione
– Bastianino

Visitazione

1565
Olio su tavola
| Cm 88 x 147

La tavola è registrata nell’inventario 1850 come opera di “Dosso Dossi”; nell’inventario 1983 P.S.S Mina Gregori sposta la sua attribuzione verso un anonimo artista di scuola ferrarese della fine del XVI secolo. Ancora con questa attribuzione viene presentata in asta Pandolfini nel 1989. Dopo il suo acquisto da parte della Cassa di Risparmio di Ferrara (1991) e il suo ingresso nella Pinacoteca Nazionale di Ferrara, l’opera viene attribuita da Jandranka Bentini (1992) alla mano di Sebastiano Filippi, il Bastianino. Nella scheda di catalogo della Pinacoteca di Ferrara, la Bentini motiva la sua attribuzione:l’opera mostra un “grande vigore classicista, improntato a una forte volumetria dei corpi, (ed è) assegnabile con buon margine di certezza all’ambiente figurativo ferrarese della seconda metà del Cinquecento. Più esattamente sembra essere l’ambito di Filippi, di CAmillo e soprattutto di Sebastiano, a dettare la sintassi della composizione, serrata e imponente, completa di una gestualità teatrale e insieme iconica, consona ai dettami della controriforma figurativa”. La stessa pulitura del dipinto e l’analisi dei pigmenti hanno convalidato l’ipotesi attributiva, essendosi trovate analogie con altri dipinti del Bastianino. La tavola – forse parte di una serie dedicata alla Vergine- non trova specificamente menzione nella storiografia ferrarese, e quindi l’individuazione della provenienza diventa alquanto difficoltosa. Nemmeno il ritratto del committente, dipinto in basso a destra, aiuta nel riconoscimento di una specifica committenza. Il dipinto potrebbe essere datato al settimo decennio del XVI secolo negli anni intorno al 1565, vicino quindi alla Circoncisione già del duomo ferrarese, oggi alla Pinacoteca Nazionale di Ferrara, in un momento dell’attività giovanile dell’artista, “in grado di virare autonomamente il discorso dalle sacche tardo-garofalesche e raffaellesche ricalcate dal padre verso la modernità tibaldesca” (Bentini 1992). La “semplicità” della rappresentazione e la tipologia del volto della Vergine trovano una particolare analogia formale con altri dipinti “mariani” del Bastianino, come l’Annunciazione dipinta con la collaborazione di Ludovico Settevecchi per l’altar maggiore della chiesa delle monache di Sant’Agostino, e ora in Pinacoteca Nazionale di Ferrara.;Giuliana Marcolini, La collezione Sacrati Strozzi, I dipinti restituiti a Ferrara, Fondazione CARIFE, Federico Motta Editori S.p.A., 2005, Milano.;L’ipotesi attributiva è stata convalidata dall’analisi dei pigmenti, essendosi trovate analogie con altri dipinti del Bastianino. .La tavola (forse parte di una serie dedicata alla Vergine) non trova specificamente menzione nella storiografia ferrarese, sicché la individuazione della provenienza diventa alquanto difficoltosa.;

Identificativo: 45 [491]

Acquisizione: 1991