– Giovanni Luteri
Sapiente con compasso e il globo
1520 – 1522 ca.
Olio su tela
| cm 175 x 139,5
I due dipinti sono parte di una più ampia serie di cui sono al momento note altre tre opere. Non è nota la loro originaria provenienza, ma le dimensioni delle tele e l’erudito programma iconografico lasciano intendere che esse siano state concepite per decorare una biblioteca o uno studio di una certa importanza. Secondo l’interpretazione più convincente i dipinti componevano infatti un ciclo dedicato alle sette arti liberali (grammatica, retorica, dialettica, aritmetica, geometria, astronomia e musica), individuate dagli oggetti che i sapienti tengono in mano: libri, pergamene, tabelle con figure geometriche e numeri, strumenti astronomici. La figura che misura la volta celeste con un compasso e tiene accanto un globo sul quale compaiono i segni zodiacali rappresenterebbe dunque l’Astronomia, alludendo forse al titano Atlante, che secondo gli antichi reggeva la volta celeste e nel Rinascimento fu definito “principe degli astrologi”. Il sapiente con il grande libro aperto davanti a sé raffigurerebbe invece la Grammatica, seppur in un certo momento della sua storia fu trasformato in un San Giovanni a Patmos con la dipintura di una aureola. Il fatto che a impersonare le arti liberali non siano, secondo la tradizione medievale, figure allegoriche femminile ma atletici e seminudi filosofi antichi rientra perfettamente nel gusto tipico di Dosso e della corte estense per le iconografie inconsuete. Caratteristiche altrettanto distintive dell’opera dell’artista nei primi anni venti del Cinquecento sono le forme dilatate e l’esecuzione pittorica rapida e abbreviata. Le potenti figure maschili seminude segnano un vertice della riflessione di Dosso sui modelli michelangioleschi, richiamando in modo evidente gli Ignudi della Cappella Sistina, che il pittore ferrarese ebbe forse modo di vedere durante un viaggio a Roma nel 1520 Marcello Toffanello
Identificativo: 38 [121]
Acquisizione: 2002
- Collocazione attuale: