Ritratto di bambino con il servitore
Olio su tela
| cm 31,5 x 44,5
Nell’inventario 1850 questo piccolo dipinto viene registrato come opera di “Crespi detto lo Spagnoletto”, attribuzione confermata dia da Mina Gregori nel 1983 sia dal catalogo delle vendite Sotheby’s del 1992. Il soggetto rappresentato, indicato genericamente come “fanciullo in piedi con un moro che alza la cortina” nell’inventario ottocentesco, viene più specificatamente individuato nel “figlio del generale Pallfy” dalla Gregori e come tale appare nel catalogo d’asta del 1992. L’identificazione proveniva dal fatto che questo dipinto sembrava essere un modelletto preparato da Giuseppe Maria Crespi pe un ritratto di fanciullo, considerato appunto il figlio del generale Pallfy, che fu comandante dell’esercito imperiale in Italia tra il 1699 e il 1703 come data di esecuzione del dipinto da parte di Crespi. Tale dipinto approdò nella collezione modenese Campori e vi rimase fino al 1929, quando il marchese Matteo Campori fece dono di tutta la sua collezione al Comune di Modena, compreso il ritratto di Crespi. Ma negli ultimi tempi la critica ha sollevato motivate obiezioni circa l’identità del ragazzo e ha preferito parlare più genericamente di Ritratto di fanciullo, per cui anche per il soggetto del dipinto Strozzi Sacrati si preferisce parlare genericamente di bambino, il “fanciullo” della definizione ottocentesca. Ma anche la dichiarata autografia crespiana di questa piccola tela impone qualche ripensamento. Angelo Mazza, infatti, sostiene che, per quanto il dipinto sia stato eseguito negli anni in cui Giuseppe Maria Crespi era ancora attivo e mostri caratteri stilistici a lui molto vicini, occorre osservare che la stesura manca della virtuosistica efficacia propria delle sue opere di piccolo formato. In questo dipinto, infatti, il pennello si attarda sui ricami dorati del costume del bambino e ripropone con fatica i tracciati guizzanti della veste del servitore e delle pieghe della tenda, evidenziando una mano di tratto non così sicuro quanto quella dello Spagnoletto. L’adesione allo stile del grande maestro e le intenzioni mimetiche possono far pensare a un’esercitazione di Luigi Crespi, figlio di Giuseppe Maria, celebre ritrattista noto in particolare per l’attività di storiografo e di polemista; si dovrebbe allora supporre una datazione posteriore al 1730.;Giuliana Marcolini, “La collezione Sacrati Strozzi, i dipinti restituiti a Ferrara” Fondazione CARIFE, 2005.
Identificativo: 23
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