Madonna col il Bambino
1630 ca.
Olio su tela
| cm 66 x 80
“Michel Angelo da Caravaggio”; questo è l’autore della tela a giudizio dell’estensore dell’inventario 1850. In seguito, Mina Gregori si orienta verso Orazio Borgianni (inv. 1983 P. S. S.) e con tale attribuzione compare nel catalogo d’asta Sothebu’s a Milano nel 1992. Il dipinto raffigura la Madonna nella contemplazione amorosa del Gesù Bambino disteso che stringe nella destra i due fiori bianchi e contemporaneamente si trastulla col rosario della madre. Un’altra versione di questo dipinto assai simile (attualmente in collezione privata Koelliker, a Milano) condivideva in passato l’attribuzione a Orazio Borgianni (Formulata da Roberto Longhi e avallata in seguito da Federico Zeri e da Mina Gregori) che si giustifica in parte alla luce del forte naturalismo dell’immagine stemperato in una resa pittorica riccamente materica. Rimarcando tali aspetti, Daniele Benati ha restituito entrambi gli esemplari a Guido Cagnacci – un artista la cui vicenda giovanile si dimostra implicata negli sviluppi della tradizione di ceppo caravaggesco a Roma – giudicandoli testimoni della progressiva maturazione di stile condotta dall’artista sul finire del terzo decennio del secolo. Il confronto tra i due esemplari, entrambi pienamente autografi, porta ad assegnare al dipinto Strozzi Sacrati un leggero posticipo ( opinione condivisa anche da Mina Gregori). Le varianti meglioo percepibili riguardano il formato della tela e il conseguente taglio dell’immagine, più verticale nella versione ora in collezione Koelliker, e il tipo severo della Vergine, che nel dipinto Strozzi Sacrati appare più giovanile e anche più popolaresco, apparentandosi con quell’angelo che configge la freccia nel petto della santa Teresa entro la pala San Giovanni Battista di Rimini ( circa 1630): la resa della capigliatura ricciuta è assai prossima e risulta poi evidente come in entrambi i dipinti compaia un identico ideale di bellezza marcatamente popolana (Benati 1993). In entrambi i dipinti, spicca il dettaglio naturalistico offerto dai fiori stretti nella mano del Bambino, particolare più volte introdotto da Cagnacci nelle proprie composizioni in modo così espressivo tanto da farne ricordare una con la denominazione di Madonna della rosa ( Forlì, collezione Privata), dove rivediamo anche nella Madonna lo stesso volto della stessa modella ritratta nei due dipinti sopra citati.;Giuliana Marcolini, La collezione Sacrati Strozzi, I dipinti restituiti a Ferrara, Fondazione CARIFE, Federico Motta Editori S.p.A., 2005, Milano.
Identificativo: 9
Acquisizione: 1994
- Collocazione attuale: