Madonna con bambino tra i santi Sebastiano e Rocco
Olio su tela
| Cm 66 x 62
Attribuito a scuola veneziana da Barbantini e da Bortignoni, fu riferito da Volpe ad artista Veneto Ferrarese, 1510 ca., mentre la perizia Gnudi-Riccomini proponeva un pittore affine a Panetti. La Fioravanti Baraldi ripropone la dicitura “veneto-ferrarese”attenuata da punto interrogativo. In una lettera (10-1-1984), il cui contenuto è riportato dalla Fioravanti Baraldi, Zeri esclude che di ferrarese o di veneto si tratti e propende per un’ipotesi attributiva emiliana, forse bolognese per “un certo qual riflesso di Francesco Francia”. Zeri ipotizza si tratti di un frammento, e con ragione, se si considera come risulti tagliato ai fianchi il corpo del Bambino. Ribadita dunque l’estraneità di questo dipinto alla cultura ferrarese, si è propensi a riconoscere nel tipo della Vergine, dall’ovale tornito e liscio, qualche riflesso della pittura di Cima da Conegliano, magari con riferimento alla attività parmense. Per questa via prenderebbe forma l’ipotesi che l’anonimo pittore possa rientrare nell’orbita culturale di Filippo Mazzola (si veda infatti il tipo del San Rocco, dal viso allungato, tipologicamente più affine al più antico Cristo Benedicente di Poznan). Utili connessioni si sono rintracciate nell’attività del raro Josafat Araldi, noto quasi esclusivamente per il San Sebastiano della Pinacoteca di Parma, la cui fisionomia sembra apparentarsi con quella della Vergine del quadro in esame. Più generici riscontri sono stati possibili invece in area romagnola, con riferimento alle opere di Rondinelli o Palmezzano, benché in un primo tempo questa fosse sembrata l’area culturale di più stretta affinità. A cura di J.Bentini, La pinacoteca nazionale di Ferrara, catalogo generale. Nuova Alfa Editoriale, Bologna, 1992.
Identificativo: 87 [533]
Acquisizione: 1973
- Collocazione attuale: