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Cantante mondana

La cantante mondana

Circa 1884
Olio su tela
| Cm 61 x 46

La cantante mondana è un quadro fondamentale del periodo che precede la svolta definitiva di Boldini verso il genere del grande ritratto. Prima di divenire il ritrattista del bel mondo parigino infatti, Boldini fu il pittore di Parigi. Vi è nella sua lunga carriera, che ha conosciuto più momenti e più fasi, un primo cruciale quindicennio, da quando si trasferisce nella capitale francese nel 1871 fino al 1886, in cui il pittore ferrarese ritrae ogni aspetto della vita della metropoli traducendone le atmosfere in pennellate scattanti, nervose talvolta travolgenti. Si tratta di un capitolo fondamentale nella carriera di Boldini che coincide con l’esplosione della rivoluzione impressionista e che è ancora oggi poco studiato. Appassionato melomane fin dalla giovinezza, a Parigi Boldini frequentò assiduamente gli ambienti della musica e del teatro per analizzare, con interesse analogo a quello del Collega Degas, le attitudini dei loro protagonisti sotto il riverbero della luce artificiale. Barbara Guidi
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Durante gli anni Ottanta dell’Ottocento le ricerche di Boldini si avvicinano alle tematiche della pittura naturalista care agli impressionisti. Inizia così a comparire nei suoi lavori un particolare interesse per le scene dalla Parigi notturna, interesse che coincide con il lavoro che il collega e amico Degas stava portando avanti proprio in quel periodo. In particolare, il mondo del teatro e dei caffè concerto diviene uno dei campi di indagine prediletti dai due maestri che ne frequentano gli ambienti per studiare attentamente i personaggi che li animavano: ballerine,
cantanti, musicisti, direttori d’orchestra, platee di spettatori. Boldini al pari di Degas ma con uno stile diverso e personale, li coglie, secondi i principi del “ritratto d’ambiente”, nell’esercizio della loro professione e ne registra le sembianze e i gesti fissandoli istantaneamente sul taccuino e poi sulla tela.
La cantante mondana è un quadro emblematico di questo momento cruciale delle ricerche di Boldini, non solo per il soggetto che rappresenta ma anche dal un punto di vista formale: ritratta in uno dei celebri salotti musicali che l’artista frequentava, la chanteuse è raffigurata di schiena mentre con un gesto repentino e teatrale apre il ventaglio, un elemento formale e decorativo molto amato sia da Degas che da Boldini. La composizione è audacemente costruita su un complesso intreccio di diagonali e caratterizzata da tagli improvvisi – come quello che lascia fuori dall’inquadratura l’intero corpo del pianista sulla sinistra – , espedienti che servono a rendere ancora più la sensazione di essere calati nel vivo della scena. Evidente è anche la sensibilità del Boldini colorista, una qualità che emerge con forza da questo dipinto in cui, su un’armonica sinfonia di toni bruni e neri, ravvivati qua e là da guizzi improvvisi di rosso carminio o dall’oro delle cornici di specchi e dipinti che arredano l’ambiente, l’artista fa spiccare, per contrappunto, il bellissimo incarnato rosa della cantante così come il candore del suo vestito elegante. Una soluzione questa che trova il suo diretto antecedente nella maniera di un grande maestro olandese come Frans Hals, che Boldini amò e studiò attentamente.
Andrea Buzzoni



Leggi l’articolo completo di Barbara Guidi su Giovanni Boldini pubblicato in “Ferrara, voci di una città”, n. 30 2009