Il crociffisso con i dolenti e i Santi Antonio Abate e Stefano
Olio su tela
| Cm 71 x 121
I tre affreschi ora ricomposti a tritico, si trovano nelle pareti laterali e in quella in fondo di una nicchia decorata con eleganti colonnine tortili destinata verosimilmente a fungere da altare privato. In fase di strappo si verificò una estesa perdita di superficie pittorica in corrispondenza della testa e del busto di Cristo, che è stata quindi malamente reintegrata. In seguito, nel corso di ulteriori lavori all’interno dell’edificio (1973), sono stati recuperati anche la dinopia e un “doppio” dello strappo, donati nel 1979 al Comune di Ferrara (Museo di Schifanoia). Dopo essere stato riferito in passato all’Alberti, l’affresco venne pubblicato da Padovani (1974) come opera del Maestro di Casa Pendaglia, un’opinione che era già stata espressa in sede privata da Bergellesi (1969) e poi da Arcangeli (1972). Di questo artista esso rappresenta il grado di produzione al livello più modesto, ad una data che si inoltra probabilmente negli anni Quaranta del Quattrocento. I modelli aulici che hanno presieduto alla sua formazione sono in parte ancora ravvisabili, ad esempio nell’andamento destinato degli abbondanti panneggi e nell’esasperata intenzione patetica delle fisionomie. Ma la fattura minuta e calligrafica, consonante con quella delle opere tarde del Maestro del Trittico di Imola indica una data che si approssima forse ala metà del secolo. A cura di J.Bentini, La pinacoteca nazionale di Ferrara, catalogo generale. Nuova Alfa Editoriale, Bologna, 1992.
Identificativo: 78 [524]
Acquisizione: 1972
- Collocazione attuale: