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Cristo benedicente

Cristo benedicente

1515 ca. XVI
Olio su tavola
| Cm 46 x 35,5

Probabile frammento di una tavola di più ampie dimensioni, ill dipinto è stato considerato da Silla Zamboni ( 1975) uno degli esiti più felici della pittura ferrarese di primo Cinquecento, da inserirsi in quella vasta produzione di opere devozionali, aderente al clima di decadente religiosità preriformata, Favorito da Ercole I d’Este. La testa del Redentore, improntata ad un assoluto rigore di suggestiva intensità religiosa, è immersa in un’atmosfera di irreale naturalità paesistica, in cui si svolge appena abbozzato, in un orto sulla destra, l’episodio “Noli me tangere”. Una variante con il “Noli me tangere” più evidenziato sul fondo esiste in collezione privata ( archivio fotografico Zeri). Il soggeto risale ad un dipinto di Mariotto Albertinelli conservato nella Galleria Borghese di Roma (inv.421). la vaga componente classicista del Cristo, unita ad un’aria di raffaellismo sottile e luminoso che stempera suggerimenti düreriani, suggerisce di collocare il dipinto negli anni della maturità del Coltellini, come già indicato dallo Zamboni, intorno alla metà del secondo decennio del secolo. A cura di J.Bentini, La pinacoteca nazionale di Ferrara, catalogo generale. Nuova Alfa Editoriale, Bologna, 1992.

Identificativo: 53 [499]

Acquisizione: 1973